San Guido Abate |
Sono questi gli anni d'oro dell'abbazia, che vedono la Riconsacrazione della
chiesa, ingrandita e abbellita (1026), l'ampliamento e la Ricostruzione del monastero, fra
le cui mura si raccolgono oltre cento monaci.
Testimonianza del crescente prestigio culturale dell'abbazia, nonché della sua
prosperità e saggia amministrazione, è la grande biblioteca monastica, ricca anche di
opere profane del mondo classico: una meraviglia che fa scrivere (1096) ad un chierico che
nemmeno Roma, centro del mondo, "può competere con Pomposa, fortunata per
l'abbondanza di santi libri".
Anche gli ospiti illustri testimoniano la grandezza dell'abbazia.
Tra i tanti Guido d'Arezzo, l'inventore dell'unica lingua
universale che possiede l' umanità, le note musicali e San Pier Damiani che nel PARADISO
(canto XXI) ricorda il soggiorno edificante fra quelle mura: "
fui nella
casa di nostra Donna in sul lito Adriano". |
Guido Monaco
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Alla magnificenza segue un decadimento lento e inesorabile che si accentua nei
secoli XV e XVI, dovuto ad una molteplicità di fattori: declassamento agronomico dei
terreni, rotte del Po, cattiva amministrazione di alcuni abati, appetiti di feudatari, il
nascere delle signorie, lotte all'interno della Chiesa
La decadenza culmina nel 1671, quando i monaci, ridotti a una presenza esigua per la
malaria e l'infestare delle zanzare, abbandonano definitivamente il monastero, soppresso
già da alcuni anni, perché ormai ridotto a "un conventino". |